LA MIA FRANCIGENA, A PIEDI DA PORRETTA A ROMA
Sedicesima tappa - Da Botte di Vetralla a Sutri, giovedì 25 maggio 2017
Testo e foto di Mauro Lenzi
In questi ultimi giorni la temperatura è parecchio aumentata e per evitare le ore più calde partiamo tutti abbastanza presto. Alle sei e mezza facciamo colazione in un bar sulla Cassia e subito dopo ci dirigiamo a sud per riprendere il percorso della Francigena. Rientriamo nella riserva naturale di Monte Fogliano e camminiamo sotto un bosco di querce per oltre un chilometro. Finito il bosco costeggiamo dapprima una radura e poi alcune giovani piantagioni di noccioli. Rientriamo in un fitto bosco per poi uscirne poco prima di attraversare la Cassia nei pressi dell’oratorio dedicato a Santa Maria di Loreto. Attraversata la statale imbocchiamo una sterrata tra splendidi noccioleti e querce maestose. Raggiungiamo alcune case rurali oltre le quali, sopra le chiome dei noccioli, si innalzano le Torri di Orlando, ruderi di monumenti funerari di epoca romana del I sec. a. C., e i resti del campanile di un’abbazia medievale andata distrutta. I miei compagni proseguono, io invece faccio una sosta perché il luogo è particolarmente suggestivo e mi ricorda i paesaggi arcadici dei dipinti settecenteschi. Anche oggi ho deciso di camminare lentamente e senza affanno. Ho tante cose su cui riflettere e devo riordinare nella mente le esperienze vissute nei giorni passati; inoltre la tappa non è particolarmente lunga e secondo i miei calcoli arriverò a Sutri poco dopo mezzogiorno. Riprendo a camminare tra il verde dei noccioli e ripenso al bel progetto portato avanti da Isabella per recuperare i ragazzi minori con vite difficili attraverso esperienze di lungo cammino.
Immerso nei miei pensieri, non presto molta attenzione ai segnali che indicano il percorso. Quando esco dal folto del noccioleto mi ritrovo all’improvviso su una strada asfaltata; preso da un attimo di smarrimento e solo dopo aver consultato la mappa riesco ad orientarmi. Sono sulla provinciale Braccianese e devo girare a sinistra verso la Cassia. Prima di incrociare la statale prendo sulla destra una bella strada ombreggiata dal fondo inghiaiato, oltrepasso un paio di volte la ferrovia e dopo alcuni chilometri in leggera salita entro nel centro storico di Capranica passando sotto l’arco di piazza Garibaldi. Il centro è zona a traffico limitato ed è un piacere percorrere a piedi corso Petrarca nel mezzo della strada per raggiungere il Castello degli Anguillara e la Torre dell’Orologio. Mi fermo davanti al Municipio e mi reco nell’ufficio dei vigili urbani. Dico alla vigilessa di turno che sono a piedi e non può farmi la multa, ma potrà mettermi un timbro sulla credenziale. La vigilessa sta al gioco e mi appone il timbro della Polizia Municipale. Sono solo le nove e mezza e così mi prendo tutto il tempo per visitare il centro storico particolarmente pittoresco. Passo sotto l’arco della Torre dell’Orologio, percorro Via Anguillara fino al duomo e mi intrufolo nelle viuzze laterali alla ricerca di scorci suggestivi per scattare fotografie. Esco da Capranica scendendo una lunga scalinata che mi conduce sotto le sue possenti mura e mi inerpico lungo una stradina da dove si godono belle vedute sulla cittadina. Giunto al culmine della salita abbandono la stradina per prendere una sterrata tra boschi e coltivi e dopo aver attraversato una strada provinciale imbocco un’altra sterrata chiusa tra pareti di tufo. Sto percorrendo un’altra via cava meno spettacolare rispetto a quella di Sant’Antonio, ma comunque suggestiva e immersa nel verde di un fitto bosco. In leggera discesa raggiungo una radura nei pressi del fosso Santa Barbara, ricco d’acqua e di deliziose cascatelle. Proseguo per il sentiero che segue il corso del torrente lungo la valle Donazzano, stretta e riparata dal sole, in un ambiente umido e rigoglioso che ricorda una foresta pluviale. Percorro per oltre due chilometri il fondo della valletta aggirando enormi massi di tufo tappezzati di muschio e verdissime felci, supero alcuni ponticelli di legno, attraverso un tratto di via cava e sbuco infine su una strada ghiaiosa sotto il paese di Sutri, nei pressi dei ruderi della torre in stile gotico di San Paolo, antica torre campanaria del monastero di Santo Stefano poi divenuto monastero di San Paolo. Era una fra le innumerevoli chiese che, insieme ad ospedali, alberghi e attività commerciali, erano a disposizione dei viandanti e facevano di Sutri una tappa fondamentale lungo il tragitto della Via Francigena. Qui incontro Ivan, anche lui rimasto un po’ indietro rispetto al resto del gruppo. Per raggiungere il centro del paese ci sono due alternative, la via diretta oppure la variante archeologica. Ivan prende la via diretta; io scelgo la variante archeologica un po’ più lunga. Ho così modo di avere un primo approccio con uno dei luoghi più spettacolari della Tuscia. Raggiungo la necropoli sulla Cassia e quindi torno sui miei passi costeggiando l’alta parete di tufo che cela sul lato opposto l’anfiteatro romano e il rupestre mitreo o chiesa della Madonna del Parto, splendori che andrò a scoprire nel tardo pomeriggio quando il caldo si farà meno opprimente. Nei pressi di Porta Vecchia, già porta Franceta, incontro Isabella e Sandro seduti su una panchina di pietra, all’ombra delle possenti mura della città. Sono circa le dodici e trenta e decidiamo di telefonare a Enrico, proprietario del Bed and Breakfast Porta Franceta, per informarlo del nostro arrivo. Enrico non è in paese e rientrerà solo a tarda sera, ma sapendo del nostro arrivo ci dice che ha già organizzato tutto. Una signora di sua fiducia verrà ad aprirci e poiché siamo in otto ha trovato per alcuni di noi una ulteriore sistemazione in un appartamento adiacente alla piazza principale del paese. Salomonicamente, da bravi cavalieri decidiamo di restare noi uomini nel B&B di via Porta Vecchia, bello ma un po’ angusto, e lasciare l’appartamento, più spazioso, alle signore. Sistemate le nostre cose negli alloggi ci ritroviamo nella bellissima piazza di Sutri seduti al tavolino di un bar davanti a un bicchiere di birra. A seguire andiamo alla scoperta di Sutri, una cittadina talmente bella che ogni parola sarebbe inadeguata a descriverla.
Alla sera le nostre amiche hanno ricambiato il favore di noi cavalieri. Ci siamo così recati nel loro appartamento dove ci hanno servito un’ottima cena. Poi è arrivato Enrico e la serata è finita in gloria, nella sua cantina, ad assaggiare i freschi vinelli della zona.
Sedicesima tappa - Fotoracconto
I numeri della tappa (soste e varianti comprese)
Punto di partenza | Botte di Vetralla |
Punto di arrivo | Sutri |
Distanza | 22 km |
Durata | 5h 50m |
Dislivello | +450m; -550m |