LA MIA FRANCIGENA, A PIEDI DA PORRETTA A ROMA
Dodicesima tappa - Da Acquapendente a Bolsena, domenica 21 maggio 2017
Testo e foto di Mauro Lenzi
Lasciamo il Convento dei Cappuccini alle sette di mattina e dopo una breve discesa raggiungiamo la strada principale a lato della Cattedrale del Santo Sepolcro. Qui incontriamo i giovani del Corniolo intenti a rifinire con gli ultimi piccoli ritocchi il loro pugnalone. Poco dopo viene issato in piedi tra la gioia e la commozione di tutti i presenti. È un’opera molto bella e ricca di profondi significati simbolici (sono poi venuto a sapere che l’opera si è classificata al terzo posto con la seguente motivazione della giuria “La forza cieca e la crudeltà umana. Per una condivisione futura di pace attesa?“).
Passa il tempo e non mi accorgo che i miei amici sono già ripartiti. Non mi affretto per raggiungerli e cammino da solo in questo lembo di Tuscia immerso in una campagna lussureggiante tra greggi al pascolo, campi di grano e campi di patate a perdita d’occhio. Purtroppo il territorio è anche costellato di distese di pannelli fotovoltaici. Un cattivo esempio di uso del territorio. A mio modesto avviso i pannelli solari andrebbero collocati sugli edifici, sulle fabbriche e sulle strutture già esistenti o in costruzione; non su queste fertili aree agricole che scarseggiano sempre di più.
Dopo circa dieci chilometri entro in San Lorenzo Nuovo, quando da nord minacciosi nuvoloni neri, sospinti dal vento, cominciano a rotolare giù dai Monti Volsini fino ad accarezzare, giù in basso, le acque del Lago di Bolsena. Ieri, nei pressi di Ponte Rigo, abbiamo scampato il temporale, ma oggi sarà difficile non prendere la pioggia. Nel primo bar del paese incontro i compagni di cammino. Ordino un caffè e preoccupato chiedo al simpatico barista “Pioverà?”. Per tutta risposta mi conforta dicendo “Ma che vu scherzà! Oggi un fa più de ventun gradi e nun piove, e domani torna er’ state. Fidate!”. Forse ho incontrato un profeta, un sensitivo, oppure un grande esperto di meteorologia. Dopo dieci minuti il vento gira da sud-ovest, spazza via le nuvole minacciose e fa di nuovo capolino il sole. San Lorenzo Nuovo è un paese sulla Via Cassia, con una bella parrocchiale dedicata a San Lorenzo Martire che si affaccia su una caratteristica piazza ottagonale. Da qui inizia la discesa per Bolsena, meta della tappa odierna, prima sull’asfalto della Cassia e poi lungo comode strade sterrate talvolta fiancheggiate da bellissimi gelsi carichi di sugose more di colore nero. Le vedute sul lago sono spettacolari. Raggiungiamo il rione Castello di Bolsena verso l’una del pomeriggio. Dopo una breve sosta per ammirare il panorama sul lago ci fiondiamo a capofitto lungo le scalette e i ripidi vicoletti che portano alla piazza San Rocco. Percorriamo corso Cavour e corso della Repubblica per giungere stanchi e accaldati davanti alla basilica di Santa Cristina. Sulla piazza, a destra della basilica, c’è il convento delle Suore del S.S. Sacramento. Qui veniamo accolti da una suora di origine africana che, con ampi sorrisi, ci conduce negli alloggi riservati ai pellegrini, in un ambiente ospitale e silenzioso, dove abbiamo subito modo di rinfrescarci e riposare.
Nel tardo pomeriggio usciamo per visitare la città. Ci rechiamo nella vicina cattedrale di Santa Cristina dove nel 1263 avvenne il miracolo eucaristico di Bolsena, saliamo al castello, percorriamo le viuzze del quartiere medievale e scendiamo fino alla riva del lago dove ho modo di immergere nell’acqua fresca la mia caviglia ancora gonfia e dolorante. Sostiamo a lungo in attesa del tramonto prima di cenare in un ristorante vicino al convento dove ci viene servito un ottimo menù del pellegrino: spaghetti al coregone, coregone alla griglia e un fresco vinello ricavato dalle uve dei bellissimi vigneti che circondano il lago.
Dodicesima tappa - Fotoracconto
I numeri della tappa (soste e varianti comprese)
Punto di partenza | Acquapendente |
Punto di arrivo | Bolsena |
Distanza | 24 km |
Durata | 6h 20m |
Dislivello | +420m; -520m |