LA MIA FRANCIGENA, A PIEDI DA PORRETTA A ROMA
Ottava tappa - Da Siena a Ponte d'Arbia, mercoledì 17 maggio 2017
Testo e foto di Mauro Lenzi
Saluto Suor Ginetta ed esco dalla Casa d’accoglienza Santa Luisa di buon mattino. Attorno solo silenzio. Il sole in un cielo limpido illumina le chiese e i palazzi di Siena con una luce dai riflessi dorati. Visito la vicina Basilica di San Clemente ai Servi di Maria immersa nel silenzio e mi soffermo a contemplarne il sobrio interno. Esco e percorro Via Roma fino a Porta Romana. Oltrepassata la porta mi dirigo verso il grandioso complesso della Certosa di Maggiano, trasformato in un lussuoso albergo, superato il quale lascio definitivamente Siena in un contesto di bellissime vedute sulla città e sulla campagna circostante. Scendo verso il fondovalle e dopo aver percorso una pista ciclopedonale mi ritrovo tra i brutti capannoni della zona industriale di Isola d’Arbia. Qui non c’è niente da vedere e sono solo. Mi immergo così nei miei pensieri e rifletto a lungo su tante cose, in particolare su ciò che Suor Ginetta ha raccontato ieri sera della sua vita e della sua dedizione per chi ha tanto bisogno di aiuto. Se ognuno di noi affrontasse la vita con questo spirito, credenti e non credenti, ricchi e meno ricchi, senza avidità e senza circondarci di ciò che è superfluo, forse vivremmo davvero in un mondo migliore. A Isola d’Arbia faccio scorta di viveri anche per la cena perché l’unico negozio di alimentari di Ponte d’Arbia è chiuso il mercoledì pomeriggio: così mi ha detto l’ospitaliere del Centro Cresti dove ho telefonato per pernottare. Mi sobbarco questo peso in più nello zaino per non rischiare di andare a dormire a stomaco vuoto. Continuo a camminare in solitudine macinando chilometri attraverso le Crete Senesi in un paesaggio bellissimo, caratterizzato da colline brulle dolcemente ondulate, querce e cipressi solitari e poderi isolati in cima alle alture. Oltrepasso la fattoria fortificata di Grancia di Cuna, rimasta intatta nel suo assetto medievale, e mi ritrovo al bivio nei pressi di Montironi d’Arbia che non sono neanche le undici del mattino. Decido allora di abbandonare il percorso della Francigena e fare la deviazione per il paese, consapevole che la mia tappa si allungherà di un paio di chilometri. C’è da vedere l’antico mulino medievale fortificato con il suo grande invaso e le gore che azionavano i meccanismi. Quando era ancora in attività poteva produrre mezza tonnellata di farina al giorno. Visito il mulino e faccio sosta nel parco ricavato attorno all’invaso, per riposarmi e rifocillarmi all’ombra. Mi tolgo gli scarponi per controllare la caviglia destra, dolente da alcuni giorni, e mi rendo subito conto che è molto gonfia. Prendo il piccolo asciugamano che ho nello zaino; lo inzuppo con l’acqua fresca di una fontanella e lo poso più volte sulla caviglia per alleviare un poco il gonfiore. Non conterà molto, ma mi sembra di star subito meglio. Torno sul percorso della Francigena e incontro alcuni compagni di cammino partiti da Siena dopo di me. Assieme, su strade bianche, percorriamo il bellissimo crinale panoramico che corre sul lato destro dell’Arbia, immersi in un mare di campi di grano non ancora maturo, le cui spighe mosse dal vento sembrano muoversi come onde verdi dalle mille sfumature. A Quinciano facciamo una breve sosta per riposarci e poi riprendiamo il cammino in discesa fino a raggiungere uno stradello sterrato a lato della ferrovia. Proseguiamo tra campi e case sparse e in poco più di un’ora arriviamo a Ponte d’Arbia, la nostra meta di oggi. Qui ci dividiamo perché abbiamo trovato alloggio in luoghi diversi. Io pernotterò nell’ostello del Centro Cresti dove, avendo telefonato con molto anticipo, ho trovato un posto libero. Sono le tre del pomeriggio e nell’ostello non c’è ancora nessuno. Entro e mi sistemo scegliendo una branda in una camera con quattro posti letto. Ho tutto il tempo per farmi una bella doccia e un benefico pediluvio d’acqua ghiacciata che ho preparato gettando dentro un secchio i cubetti di ghiaccio prelevati nel frigorifero della cucina dell’ostello. La mia caviglia gonfia ne aveva proprio bisogno. Alla spicciolata arrivano altri pellegrini: le studentesse di Colle Val d’Elsa e i due professori che ho conosciuto ieri sera da Suor Ginetta; due ragazze, cugine tra di loro, che avevo già incontrato al Campeggio di San Giminiano; e Moss, un canadese partito da Siena, che diventerà un caro compagno di viaggio nei giorni a venire. Ceniamo tutti assieme nel refettorio dell’ostello condividendo quello che abbiamo preparato in cucina. I due professori si sono rivelati ottimi cuochi. Anche i miei spaghetti al pesto hanno riscosso un discreto successo.
Ottava tappa - Fotoracconto
I numeri della tappa (soste e varianti comprese)
Punto di partenza | Siena |
Punto di arrivo | Ponte d'Arbia |
Distanza | 29,4 km |
Durata | 8h 15m |
Dislivello | +350m; -520m |