LA MIA FRANCIGENA, A PIEDI DA PORRETTA A ROMA
Quinta tappa - Da Pieve in Chianni (Gambassi Terme) a San Giminiano, domenica 14 maggio 2017

Testo e foto di Mauro Lenzi

La camera dell’ostello è al completo. Tra fruscii di sacchi a pelo, cigolii di letti a castello e rumori vari ho tardato ad addormentarmi. Mi alzo assonnato che sono già le otto e mi precipito a fare colazione. Consumo rapidamente quel poco che è rimasto e alle otto e trenta sono già in cammino lungo la salita per Gambassi Terme. Tutti i pellegrini conosciuti la sera prima sono già partiti. Anche questo è il bello del cammino. Non si procede in gruppo e ognuno tiene il suo passo. Chi lento e chi veloce. Chi chiacchierando con altri viandanti e chi da solo con i suoi pensieri, ma è bello poi ritrovarsi la sera tutti insieme e cenare in compagnia.
05 01Dopo aver superato Gambassi Terme si imbocca una strada bianca cosparsa di un ghiaino tanto polveroso da indurre un esasperato viaggiatore ad appendere un cartello con su scritto “È l’ora di smettere di buttare questo troiaio di ghiaia”. Per fortuna durante il mio passaggio transitano solo due automezzi che premurosamente rallentano per evitare di imbiancarmi dalla testa ai piedi. Scendo tra coltivi e vigneti passando accanto ad alcuni casali. 05 04Quello dell’azienda agricola Casanova è anche delegato a luogo di sosta per i pellegrini. I muri esterni sono decorati con maioliche e scene di vendemmia. Un cartello scritto a caratteri gotici mi indica che Roma dista ancora 279 chilometri. Il luogo è veramente bello e, se non fossero solo le nove e mezza del mattino, mi sarei fermato volentieri per degustare un bicchiere di rosso chianti. Superato il ponte sul torrente Casciani risalgo fino al podere Luiano di Sotto e imbocco una sterrata che scende verso un altro torrente per poi risalire al poggio di Montecarulli. In basso, alla mia sinistra, la Val d’Elsa e il borgo medioevale di Certaldo. La strada prosegue in crinale con a lato filari di cipressi che proiettano lunghe ombre sul biancore della ghiaia. Passo davanti alla piccola e amena chiesetta di San Pietro e dopo un breve tratto di strada asfaltata raggiungo05 08 il Santuario di Pàncole dedicato a Maria Madre della Divina Provvidenza. Il santuario fu edificato sul luogo dell’apparizione della Madonna a una pastorella muta dalla nascita che dopo l’evento miracoloso riacquistò la parola. L’attuale edificio è stato ricostruito nel dopoguerra dopo che i tedeschi in ritirata lo minarono nel 1944. Entro in chiesa che sta per avere inizio la messa delle undici. Non mi fermo perché sono ancora a metà strada e devo riprendere il cammino. Lascio il santuario alle mie spalle e imbocco una strada bianca in salita che in breve mi porta a Collemuccioli, un piccolo borgo medievale con una bella torre circondata da esili cipressi. Vorrei fermarmi e riposare a lungo in questo luogo incantato e silenzioso, ma bisogna proseguire. 05 14Superate alcune curve il bosco si apre e vedo una selva di torri svettare sulla cima di un colle. San Giminino non è lontano. 05 15Affretto il passo e dopo meno di mezzo chilometro sono di fronte alla facciata romanica della Pieve di Cellole. Con mia grande sorpresa scopro che il luogo è una sede della Comunità di Bose. Entro nella chiesa, gremita di fedeli, appena iniziata l’omelia: chi predica è padre Enzo Bianchi, fondatore ed ex priore della comunità. Resto ad ascoltare quest’uomo di così grande sapienza e saggezza e, finita la predica, partecipo a tutta la messa con trasporto e un senso di pace che è difficile spiegare. Solo a messa terminata  mi rendo poi conto di essere rimasto tutto il tempo in piedi e con lo zaino in spalla. Un fardello di dieci chili. Esco dalla chiesa passato mezzogiorno per raggiungere San Giminiano. Prima di entrare nel centro storico trovo un negozio di alimentari ancora aperto e acquisto un po’ di viveri. Essendo domenica il paese è affollato di turisti e non intendo assolutamente ristorarmi in un caotico bar o in un ristorante gremito di gente.
05 20Sono già stato parecchie volte a San Giminiano e quindi dedico poco tempo alla visita  della città. Mi siedo sui gradini della fontana al centro della piazza e consumo il mio veloce pasto. Peccato! Oggi non riesco proprio ad apprezzare un luogo così bello. C’è troppa gente. I negozi di “cineserie” sono invadenti e mal si amalgamano con l’austerità delle torri, delle chiese e dei palazzi che mi circondano. Faccio addirittura fatica a scattare qualche foto: una testa, un braccio, busti interi e mezzi busti sbucano in continuazione da ogni angolo dell’obiettivo. Dopo aver camminato a lungo per percorsi campestri ed averne apprezzato la solitudine e il silenzio, mi sembra di essere improvvisamente entrato in un girone infernale.
Fortunatamente avevo già deciso di pernottare nel Villaggio del Pellegrino presso il Camping il Boschetto in località Santa Lucia. Esco dalla Porta San Giovanni e raggiungo il villaggio distante due chilometri. Qui ho una gradita sorpresa. Il mio amico Sergio, con la moglie e alcuni suoi amici, mi aspetta per salutarmi. Era in gita da queste parti e, una volta appreso che sarei giunto oggi a San Giminiano, mi ha telefonato per fare in modo di incontrarmi.
Al villaggio ritrovo i pellegrini conosciuti la sera prima e due nuovi arrivi, Gabriella e Isa di Como. Manca solo Aki che è tornata a Firenze in corriera. La sera ci ritroviamo per cenare tutti assieme nel ristorante del campeggio.

Quinta tappa - Fotoracconto

I numeri della tappa (soste e varianti comprese)

Punto di partenza Pieve in Chianni (Gambassi Terme)
Punto di arrivo San Giminiano (Villaggio del Pellegrino)
Distanza 18 km
Durata 6h
Dislivello +590m; -600m