LA MIA FRANCIGENA, A PIEDI DA PORRETTA A ROMA
Terza tappa - Da San Baronto a San Miniato Basso, venerdì 12 maggio 2017
Testo e foto di Mauro Lenzi
Era mia intenzione svegliarmi e partire presto. La tappa odierna, secondo i miei calcoli, è in assoluto la più lunga di tutto il cammino. L’albergo però non serve la colazione prima delle sette e trenta e il negozio di alimentari non apre prima delle otto. Resto così a letto fino alle sette in un continuo dormiveglia, preoccupato per i chilometri che dovrò percorrere. Una volta sveglio, come spesso accade, l’ansia accumulata sparisce d’incanto e, fatta colazione, alle otto in punto entro nel negozio per acquistare un sostanzioso panino con la mortadella e tre banane mature. Faccio scorta d’acqua e mi incammino verso la chiesa per riprendere il percorso abbandonato ieri pomeriggio. Devo riportarmi sul crinale del Montalbano e subito inizio la salita immerso nel bosco. Appena il sentiero spiana incontro i resti del muro di cinta del “Barco Reale”, una riserva di caccia che un tempo si estendeva per più di quattromila ettari, realizzata dai Medici per soddisfare la loro passione venatoria. Il muro era lungo cinquanta chilometri, ma ora ne restano in piedi meno di trenta, in completo abbandono. Proseguo verso sud per comode strade sterrate. In località Sasso di Pietra incontro il primo essere vivente dopo due giorni di cammino nei boschi del Montalbano: un timido leprotto, sbucato all’improvviso dalle ginestre in fiore, che mi osserva immobile e si lascia anche fotografare. Arrivo a Torre Alluccio verso le dieci. Dopo una breve sosta vicino ai ruderi della torre e al cippo degli alpini, abbandono il crinale e per una comoda strada sterrata che diventa troppo presto asfaltata raggiungo il paesino di Santa Lucia, dove c’è una chiesetta con un elegante campanile a vela. Supero la casa natale di Leonardo ad Anchiano, affollata di scolaresche, e imbocco il sentiero che scende a Vinci tra filari di cipressi e uliveti perfettamente tenuti. È da qui che si può ammirare una delle vedute più suggestive del paesaggio toscano. Il castello e il campanile della chiesa di Vinci che si stagliano su un orizzonte di basse colline e l’azzurro del cielo, in una scenografia assolutamente perfetta. In meno di venti minuti sono in paese. Non mi fermo a lungo perchè ho già avuto modo, in passato, di visitare Vinci. Riprendo così il cammino passando, in discesa, sotto l’Androne Ciofi per ritrovarmi in un attimo sul fondo di una fertile valletta coltivata ad orticelli. Affretto il passo e su comoda sterrata mi dirigo a sud per raggiungere Cerreto Guidi. In corrispondenza dell’incrocio con via San Pantaleo, decido di abbreviare il percorso. Abbandono il sentiero tra i campi e prendo subito la strada asfaltata che va diritta a Toiano per proseguire poi, sempre su asfalto, per Cerreto Guidi. C’è poco traffico e il caldo è ancora sopportabile. Camminare sull’asfalto non è affatto piacevole e così procedo, per diversi chilometri, impegnato a calpestare l’erba appena tagliata e il terreno un po’ più soffice ai bordi della strada. Raggiungo Cerreto Guidi alle tredici e quaranta e mi reco immediatamente nella piazza di fronte alla stupenda Villa Medicea, dove ho previsto di sostare per il pranzo. Qui c’è una provvidenziale fontanella e faccio scorta d’acqua prima di ripartire. Fucecchio, dove finalmente incrocerò la Via Francigena, dista ancora otto lunghi chilometri. La sosta pranzo ha indurito i muscoli delle mie gambe e non riesco più a procedere speditamente come al mattino. Il sole ancora alto nel cielo mi tranquillizza perché so di avere ancora molte ore di luce a disposizione. Uscito da Cerreto Guidi, dedico qualche minuto alla visita del Santuario di Santa Liberata e proseguo per la fattoria di Villa Petriolo su stradine poco trafficate, un po’ su asfalto e un po’ su ghiaia. Superata la fattoria la strada diventa, per alcuni chilometri, una pista sterrata tra vigneti e uliveti. Finito lo sterrato ritorno sull’asfalto. Ora fa veramente caldo! Sono sceso nella piana e il venticello che fin qui mi ha accompagnato è svanito all’improvviso. Percorro questo tratto zigzagando alla ricerca della poca ombra proiettata sull’asfalto dagli alberi e dalle siepi ai lati della strada. Dopo una secca curva a destra mi appare, come un miraggio, la Rocca di Fucecchio. Entro in paese e subito un cartello mi indica la direzione da prendere per immettermi sulla Via Francigena. Sui palazzi e ai lati delle strade sventolano bandiere e stendardi multicolori. La città è in attesa del Palio delle Contrade che si correrà domenica 21 maggio. Ho già percorso più di venticinque chilometri e nonostante la fatica accumulata non rinuncio a visitare il paese. Percorro, in salita, le stradine del centro storico e raggiungo la piazza Vittorio Veneto con a lato l’imponente Palazzo del Podestà e il grande affresco di San Cristoforo sulla sua facciata principale, la Collegiata di San Giovanni Battista e la vicina Abbazia di San Salvatore.
Ritornato sui miei passi mi immetto finalmente sulla Via Francigena per dirigermi a San Miniato Basso dove ho deciso di pernottare. Raggiunta la sponda dell’Arno, attraverso il ponte e provo subito un forte senso di sollievo. Questo è il primo traguardo dopo tre giorni di cammino. Il sollievo dura poco. Oltrepassato l’Arno mi rendo conto che il tracciato della Francigena non segue la rettilinea e trafficata strada statale, ma si inoltra per diversi chilometri lungo l’argine del fiume in un susseguirsi di sentieri tra l’erba alta, sterrate polverose e stradine asfaltate. All’arrivo, dopo aver percorso trentaquattro chilometri e aver camminato per quasi dieci ore, tanta è la stanchezza che il piccolo e spartano locale della Fraternita della Misericordia di San Miniato Basso, dedicato all’accoglienza dei pellegrini, mi sembra un confortevole albergo di lusso. Qui conosco Yannick, un ragazzo olandese partito da Vercelli e diretto a Roma. È il primo pellegrino con cui condivido l’alloggio.
Terza tappa - Fotoracconto
I numeri della tappa (soste e varianti comprese)
Punto di partenza | San Baronto |
Punto di arrivo | San Miniato Basso |
Distanza | 33,5 km |
Durata | 9h 30m |
Dislivello | +580m; -900m |