IL SENTIERO DELL'ARSICC’LA (DELL’ARSICCIA)
di Romano Mellini
Un sonno durato decine di anni fin quando non quattro principi, bensì quattro volonterosi lavoratori (i due fratelli Attilio e Roberto Nanni, Emilio Gadaleta e Stefano Menegozzi) mi hanno svegliato, non col classico bacio ma con picconi, badili, motoseghe e mazze. Appena desto non vedo greggi di pecore accompagnate dai relativi montoni, cani da pastori ed uomini che non si telefonavano con quegli strani oggettini moderni ma con un fischio. Sono stato battezzato il giorno di Pasquetta, 28 marzo 2016, dal C.A.I. Alto Appennino Bolognese di Porretta Terme o, per essere ultra aggiornati Alto Reno Terme.
Ecco il percorso: poco oltre la piazzetta di Granaglione, che funge da parcheggio, davanti all'ambulatorio, dalla parte opposta della strada, inizia una stradina asfaltata per il castello e per il campo sportivo. Dopo un'ottantina di metri si gira a sinistra, direzione campo sportivo. Superato un tornante ed ormai in vista della porta da calcio, sulla sinistra inizia un sentiero a zig zag che aggredisce una parete scoscesa della montagna, parte a scalini e parte a raso, in forte salita.
Occorre molta attenzione. Una quindicina di minuti dalla partenza ed il crinale è raggiunto. Da un piccolo slargo la vista spazia sui tetti di Granaglione fino alla fabbrica della birra, alla chiesa dedicata a San Nicolò ed al vicino campanile. Il sentiero, ora, corre in leggera salita sul crinale che divide, sulla sinistra, la boscaglia che scende verso il rio Foiado e, sulla destra, quella che scende verso il fosso che attraversa Granaglione, il rio Bovecchia.
Alcuni minuti ed ecco, in basso, tra i rami degli alberi, il castello di recente costruzione. Probabilmente si trovava proprio su questo poggio il castello medioevale fondato fin dai tempi dei Longobardi. Il toponimo Granaglione deriva dal tedesco Warnen (guardarsi dai pericoli, assalti, eccetera) o varen (una variante) per cui farebbe pensare ad posto di guardia, da cui guarnigione. Ancora più in alto appare, oltre rio Foiado, giù in basso, il Santuario di Calvigi, risalente al 1500 per grazia ricevuta dall'allora parroco Don Simone Vivarelli e perfezionato nel 1630 per chiedere aiuto e protezione della Madonna durante la famosa peste di manzoniana memoria. Improvvisamente termina l'erba ed appare una roccia sbriciolata definita “calastrino”, tipica di quella zona. Piccola sosta e sulla montagna, oltre il fiume Reno, il borgo di Posola biancheggia tra il verde dei boschi che sale fino alla vetta della “Pidocchina”. S'inizia pure a vedere, oltre il crinale del monte delle Casette, il crinale del monte di Badi, facente parte di un'altra vallata.
Ora il sentiero salta al di qua e al di là del crinale stesso. Ora punta deciso verso Granaglione. Una vasta zona di “calastrino” precipita verso il basso, attraversata dall'itinerario in equilibrio precario. Anche qui occorre prestare molta attenzione. Questo materiale è stato usato nella prima parte del milleottocento come cemento per la costruzione del campanile dell'attuale chiesa, dopo il suo trasporto in una vicina fornace. Il piede è instabile ma l'occhio è super felice.
Un vasto panorama si apre davanti privo di ostacoli naturali. Tutto il paese di Granaglione, la dirimpettaia Campeda oltre il Reno, la collina su cui spicca la chiesa di Bargi, il paesino di Baigno, il crinale dello Zanchetto ed i lontani monti del Brasimone. Naturalmente in primo piano campeggia il castello di Granaglione. Percorsa la zona del “calastrino” il sentiero si arrampica deciso sul fianco scosceso della montagna. Tratto faticoso ma corto ed ecco, di nuovo, il crinale. Bella visione all'ombra dell'alpestre monte dei Boschi. Pochi metri ed il percorso torna sul versante granaglionese per non lasciarlo più. Una leggera discesa è l'anteprima di una dura salita che in breve porta all'innesto col sentiero n° 103. Questo punto, chiamato dai paesani Scolacchia, segna la fine del sentiero Arsicc'la. Da Scolacchia, posto a cavallo tra la vallata del Rio Maggiore e la vallata del Reno, si ha la visione del monte Piella, del monte Tresca e di una buona parte della vallata del Rio Maggiore che sfocia nel Reno a Porretta Terme. Solenni testimoni del battesimo sono il monte dei Boschi, monte Cavallo e monte Piella. Durata del percorso: un'ora, dislivello 400 metri circa.
Nel giorno del battesimo il gruppo C.A.I. ha proseguito la cerimonia continuando per il percorso 103 a destra. Dapprima in discesa all'ombra di abeti, poi in leggera salita fino alla deviazione per la casetta rifugio dei fratelli Nanni, dove, per festeggiare il lieto evento, siamo stati accolti con bottiglie di vino, dolci, patatine fritte, un'ottima ciambella non dolce di origine genovese e vari altri cibi. Grazie di cuore per la generosità e per l'ospitalità. Tornati indietro di un centinaio di metri, abbiamo proseguito l'escursione deviando a sinistra sulla carrareccia per Granaglione. Pochi minuti e nei pressi di una curva una superba visione aerea di Granaglione, del relativo castello, del campo sportivo e del Santuario di Calvigi. Con negli occhi tanta bellezza siamo arrivati alla fonte, sulla destra, detta Docciola. Un tempo l'acqua sgorgava da sotto una pietra, tuttavia, per evitare pizzichi di vipere come già successo nel modenese con la morte di un escursionista assetato, il cannello della sorgente è stato spostato ed ora sporge da un muretto. Allungando il passo abbiamo perso quota. Ruderi di essiccatoi ci hanno accompagnato sotto strada durante la discesa. I molti alberi eccezionalmente tagliati ci hanno consentito di gustare una splendida visione aerea. Il tempo si è fermato, anzi, non è trascorso restando ai secoli passati. Fantasmi di montanaracci, pastori, fedeli diretti al Santuario di Calvigi a piedi, perfino suoni gutturali di idiomi tedeschi, guelfi, ghibellini risuonano nell'aria, fissati nell'eternità. In questa atmosfera raggiungiamo la fontana degli utilisti del 2010 dove l'acqua fuoriesce dal becco di un rapace. Pochi passi ancora ed ecco le prime case di Granaglione, poi, sulla destra la fontana del “Quattro” e quella del “Tre”. Al Falco della montagna, sede della Pro loco di Granaglione e nuovo ristorante, posto di fronte alla fontana del Tre, abbiamo mangiato e bevuto a crepapelle festeggiando, in tal modo, in maniera prosaica, tuttavia splendida, il sentiero dell’Arsicc'la ed i volontari che l'hanno risvegliato.
Scarica l'articolo in formato PDF
ANELLO DI GRANAGLIONE
Da Granaglione a Granaglione passando dall'Arsicc'la (Sentiero dedicato a Emilio Gadaleta) in salita e il sentiero 133 in discesa
PERCORSO
Granaglione - Sentiero dell'Arsicc'la - Monte dei Prati (Bivio percorso 103) - Tratto di percorso 103 - Innesto sentiero 133 - Strada per il Monte di Granaglione - Granaglione.
Difficoltà: E (Escursionistico)
Dislivello: salita 410 m - discesa 410 m
Lunghezza: km 4,1
Durata: 2:10 ore
L'anello si può percorrere anche in senso inverso con tempi di percorrenza e dislivelli simili.
4.1 km, n/a