CLUB ALPINO ITALIANO
Sezione Alto Appennino Bolognese
di Porretta Terme
COMUNICATO STAMPA
Protocollo d’intesa ai fini del sostegno e della promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola
Nello scorso mese di novembre la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna ha deliberato l’approvazione del protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Toscana e la Regione Emilia Romagna, stipulato ai fini del sostegno e della promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano-romagnola. Tale protocollo prevede l’investimento di 20 milioni di euro da parte del Governo a cui verranno aggiunti dalla Regione Emilia Romagna ulteriori 6 milioni, da investire sul proprio territorio, per garantire, così cita l’accordo, “ …. la revisione, la sostituzione e l’ampliamento degli impianti di risalita per garantire livelli indispensabili di sicurezza delle piste nelle località sciistiche della montagna tosco-emiliana romagnola, nonché ai fini della revisione e realizzazione di impianti di innevamento artificiale. Tali interventi sono volti al rilancio delle attività sportive e alla massimizzazione del valore del servizio degli utenti, garantendo l’espressione dell’identità e della funzionalità del sistema e l’utilizzazione delle nuove opportunità della tecnologia”.
In seguito a tale accordo sono state prospettate, in alcuni incontri pubblici e da dichiarazioni di vari esponenti locali pubblici e privati, opere di rinnovamento ed ampliamento degli impianti di risalita della stazione sciistica del Corno alle Scale e di collegamento con la limitrofa stazione sciistica di Cutigliano-Doganaccia.
Tali prospettive hanno scaturito nell’opinione pubblica reazioni diverse e contrastanti con schieramenti a favore e contro l’ampliamento delle infrastrutture sciistiche.
La Sezione CAI Alto Appennino Bolognese, pur monitorando l’evoluzione dell’accordo di programma, aveva inizialmente deciso di non esprimere una propria valutazione di merito in quanto, pur essendo materia riguardante l’ambiente montano e quindi di competenza del Club Alpino Italiano, aveva ritenuto prematura qualunque valutazione in assenza di progetti più definiti, basati su più ampie e approfondite valutazioni di impatto ambientale ed economico per il territorio, conseguenti all’attuazione esecutiva dell’accordo di programma.
Oggi, pur essendo ancora assenti gli specifici progetti e piani industriali, ma ancor più le imprescindibili valutazioni di impatto e mitigazione ambientale, le necessarie perequazioni ambientali con interventi di riqualificazione delle emmergenze ambientali presenti in loco (strutture ricettive collabenti, relitti di impianti dismessi), la discussione locale sull’argomento si è animata a tal punto che siamo chiamati ad assumere una nostra posizione in merito.
Il Club Alpino Italiano è una associazione ambientalista per natura, la cui attività istituzionale e morale è ispirata, oltre che al proprio statuto, al “bidecalogo”, codice etico di comportamento e di indirizzo in materia ambientale e di tutela del paesaggio, i cui principi sostengono in linea generale la contrarietà alla realizzazione di nuovi impianti di risalita.
La Sezione CAI Alto Appenino Bolognese quindi non può prescindere da tale documento d’indirizzo.
Allo stesso tempo però riteniamo di non poter nemmeno prescindere dall’aspetto e dalle condizioni socio-economiche in cui versa l’Alta Valle del Reno e dalla necessaria sensibilità che la trattazione di tali argomenti richiede, in particolare modo in momenti di congiuntura economica come quelli in cui versa l’economia nazionale ed particolare la fragile economia montana locale.
Quindi atteggiamenti aprioristici di chiusura verso nuovi interventi di sviluppo socio-economico, anche con problematiche ambientali da affrontare, crediamo non siano esattamente improntati a garantire uno sviluppo sostenibile. Riteniamo quindi corretto garantire un atteggiamento che favorisca e leghi, citando le premesse del bidecalogo del CAI, “… in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, per soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri”.
Per cui ravvisando nell’accordo di programma un’opportunità di sviluppo socio-economico, alimentato da un importante investimento pubblico, la Sezione CAI Alto Appenino Bolognese ritiene opportuna una seria e rigorosa valutazione di sostenibilità ambientale ed economica.
Riteniamo che una giusta valutazione di sostenibilità economica, di perequazione ambientale, di contrappeso fra capitale economico, lavoro e capitale “naturale”, possano rappresentare una opportunità di sviluppo e, allo stesso tempo, di tutela del nostro territorio montano, da non perdere.
In tal senso pensiamo a progetti che prevedano non solo interventi idonei al miglioramento delle infrastrutture sciistiche ma allo sviluppo, al miglioramento e l’incentivazione della ricettività e dell’accoglienza, allo sviluppo di attività economiche alternative che beneficino del volano turistico innescato dalla presenza della stazione sciistica e del patrimonio ambientale circostante. Riteniamo che la realizzazione di nuovi impianti non possa prescindere dalla dismissione di quelli esistenti in numero tale da avere un bilancio ambientale positivo.
Riteniamo inoltre che una reale tutela del territorio montano debba essere sostenuta oltre che dagli enti pubblici preposti anche dalle realtà economiche locali e quindi non possa prescindere da una economia locale che generi capitali da reinvestire in interventi ambientali; a nostro avviso è difficile sostenere una tutela ambientale duratura nel tempo senza un idoneo supporto economico dei soggetti che in tale contesto operano; pensiamo che la funzione del CAI e di altre associazioni ambientaliste sia quella di far comprendere agli operatori del settore che uno sviluppo economico efficace e duraturo della montagna non può prescindere da una tutela ambientale rigorosa che conservi gli aspetti naturalistici che del territorio sono il vero patrimonio della nostra montagna.
Un investimento come quello paventato dovrà avere il prioritario scopo di coniugare le esigenze ambientali e di tutela naturalistica con la presenza di una stazione scistica rinnovata, economicamente efficiente, progettata e realizzata secondo i più moderni criteri e le più innovative tecniche di mitigazione dell’impatto ambientale.
Una realtà socio-economica florida è la premessa ad una reale e duratura tutela ambientale della montagna, supportata da efficienti normative e controllata da idonei organi di vigilanza, come tanti esempi alpini dimostrano a partire dal Trentino Alto Adige. A nostro avviso nel 2017 non si può neanche pensare ad uno sviluppo della montagna speculativo ed avulso dal contesto ambientale come ad esempio è avvenuto in tempi passati in altre zone alpine, in quanto, un tale approccio, è eticamente inaccettabile ed economicamente sbagliato.
La Sezione CAI Alto Appennino Bolognese, quindi vigilerà sugli approfondimenti dei piani industriali del protocollo d’intesa auspicando, da parte dei soggetti Pubblici e Privati interessati e attivi nel progetto, il nostro invito ai tavoli di lavoro dove apportare un contributo critico e collaborativo a garanzia di un giusto ed equilibrato sviluppo dell’ambiente e dell’economia dell’Alta Valle del Reno.
Porretta Terme, 02 febbraio 2017
Il Consiglio Direttivo della Sezione CAI Alto Appennino Bolognese di Porretta Terme